Bugatti, 1931, Type 49

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Veicolo
Marca: Bugatti
Modello: Type 49
N. Cilindri / Cilindrata: 8 in linea / 3300 cc
Potenza: 85 CV
Velocità: 130 km/h
Peso: 1260 kg
Lunghezza: 460 cm
Larghezza: 160 cm
Altezza: 150 cm
Anno: 1931
Marca carrozzeria: Bugatti
Tipo carrozzeria: Roadster

Bugatti, 1931, Type 49

Bugatti Type 49, 1931


Genio visionario dell’ingegneria automobilistica, Ettore Bugatti trasformò l’automobile in un’opera d’arte, fondendo innovazione tecnica ed eleganza estetica. Le sue creazioni hanno scritto alcune delle pagine più importanti della storia dell’auto nel XX secolo.
Nato a Milano nel 1881, Ettore Bugatti manifestò sin dall’adolescenza un talento straordinario per la meccanica, dimostrando fin da subito la capacità di coniugare funzionalità ed estetica in modo originale e innovativo. Dopo aver elaborato un triciclo “Prinetti & Stucchi” montando due motori, nel 1899 – appena diciottenne – progettò insieme al conte Gulinelli la sua prima automobile, la Type 1, preludio di una sinfonia tecnica ed estetica destinata a cambiare per sempre la storia dell’automobilismo.
Nel 1909 Bugatti fondò a Molsheim, in Alsazia, la casa automobilistica che porta il suo nome, destinata a diventare sinonimo di eccellenza meccanica e bellezza formale. Le sue vetture, leggere e veloci tra cui le Type 35, Type 37 e Type 39 (1924-1931), dominarono le competizioni automobilistiche degli anni Venti: la Type 35, in particolare, è passata alla storia con oltre 2.000 vittorie che ha consacrato la leggenda del “purosangue Bugatti”.
Presentata al Salone di Parigi del 1930, la Bugatti Type 49 è considerata l’ultima otto cilindri progettata interamente da Ettore Bugatti prima di passare il testimone al figlio Jean. Erede della Type 44, rappresenta una perfetta sintesi di eleganza turistica e raffinatezza meccanica. Il motore, dotato di un albero a camme in testa, tre valvole per cilindro e doppia accensione, esprime le migliori soluzioni tecniche dell’epoca. Tra i dettagli più affascinanti: gli iconici cerchi in lega leggera hanno il tamburo dei freni integrato, segno distintivo delle Bugatti storiche, esempio perfetto di come Ettore unisse ingegneria e arte, anticipando soluzioni che avrebbero fatto scuola. Come molte vetture di lusso del tempo, la Type 49 fu proposta con diverse carrozzerie – berlina, coupé e cabriolet – sia realizzate dalla stessa Bugatti, sia firmate dai più importanti carrozzieri dell’epoca.
- Storia di un esemplare leggendario - L’esemplare custodito al Museo Nicolis vanta una storia affascinante: nel 1964 fu guidato dal celebre pilota francese Louis Chiron al Rally Internazionale di Chioggia, e due anni più tardi apparve nel film cult Grand Prix (1966) di John Frankenheimer, con James Garner, Yves Montand e Françoise Hardy.
Nel mito Bugatti entrò anche la tragica figura della danzatrice Isadora Duncan, che nel 1927 perse la vita strangolata dalla sua sciarpa impigliatasi nei raggi di una Bugatti in corsa.


Curiosità

-Hai mai sentito parlare del “posto della suocera”? Ovviamente si trattava di un nomignolo ironico che veniva usato in modo scherzoso per descrivere un tipo di sedile supplementare estraibile, esposto alle intemperie e collocato in una posizione poco privilegiata, come nel baule o all’esterno della carrozzeria (soprattutto nelle auto pre-belliche). La nostra Bugatti ne è dotata!"In alto, nell’ampio vano posteriore è stato ricavato il “posto della suocera”, mentre tra la portiera e il parafango posteriore c’è uno scomparto per i bagagli - sembra fatto su misura - per una sacca da golf.  In basso i cerchi in lega leggera hanno un disegno molto moderno, che non stona assolutamente con il resto della vettura: anche questi opera del genio di Ettore Bugatti." Fonte La Manovella, Aprile 2005.
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Il tappo del radiatore della Bugatti del Museo Nicolis si ispira alla facciata del Palazzo dei Diamanti, uno dei monumenti più celebri di Ferrara e del Rinascimento italiano, città in cui Ettore Bugatti aveva vissuto.
-Il dettaglio dei freni si ispira ai morsi dei cavalli, mentre il radiatore presenta la caratteristica forma a ferro di cavallo, a testimonianza della passione di Ettore Bugatti per l’equitazione.
-La Baby Bugatti, l’auto dei piccoli principi - Negli anni ’20, Ettore Bugatti progettò per il figlio Roland una versione in miniatura e a trazione elettrica della celebre Type 35, destinata a farlo giocare e prendere confidenza con la guida. La piccola Bugatti Baby riscosse un successo inatteso tra le famiglie più facoltose e regnanti, diventando un simbolo di lusso infantile. Anche Gianni Agnelli ne possedeva una, oggi esposta al Museo dell’Automobile di Torino. Oggi, questo spirito rivive nella Baby II Type 35 Centenary Edition, replica elettrica in scala costruita in soli sei esemplari dalla britannica The Little Car Company (ora Hedley Studios). Sebbene pensate per i bambini, queste auto – perfette riproduzioni artigianali – sono vere opere da collezione per adulti, con prezzi che superano le 60.000 sterline e destinati a crescere nel tempo, come accade nel mercato dell’arte.
Al Museo Nicolis è esposta una splendida Baby Bugatti color azzurro, testimonianza del fascino senza tempo di questo straordinario “giocattolo” d’epoca. Fonte: www.carandfriends.it

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