Lygie, 1926, bicicletta da corsa
Lygie, Bicicletta da corsa, 1926, Italia
Nel 1905 Alfredo Sironi ottenne dalla Casa madre francese la licenza esclusiva per l’assemblaggio e la commercializzazione in Italia delle biciclette Lygie. Mentre in Francia il marchio sembra aver cessato l’attività dopo pochi anni, in Italia la produzione proseguì attraverso una serie di passaggi di proprietà che contribuirono a consolidarne la presenza sul mercato nazionale.
Nel 1908 il marchio passò alla Rolando Costruzioni Meccaniche di Pavia, per poi essere rilevato nel 1932 dalle Industrie Rizzato di Padova. L’acquisizione rientrava in un più ampio progetto industriale volto a creare un polo specializzato nella produzione di biciclette. Da quel momento la famiglia Rizzato mantenne stabilmente la titolarità del marchio Lygie, proseguendo la tradizione qualitativa iniziata agli albori del secolo.
Per oltre cinquant’anni la Lygie è stata protagonista nel mondo delle competizioni ciclistiche, distinguendosi per l’affidabilità e la cura costruttiva dei suoi modelli. Numerosi campioni portarono il marchio alla vittoria, tra cui Zanaga, Martana e il grande pistard Sante Gaiardoni.
*Nato a Villafranca di Verona il 29 giugno 1939, Sante Gaiardoni è uno dei più grandi ciclisti italiani su pista, degli anni Sessanta: campione veronese, specialista della pista, oro olimpico a Roma 1960, campione del mondo e primatista mondiale del chilometro da fermo, nonché figura simbolo del ciclismo italiano del dopoguerra.
Note tecniche:
Telaio bassotto (all’epoca considerato aerodinamico e stabile)
Freni BOWDEN a fascia
Mozzi oleati LYGIE
Cerchi in legno
Doppio pignone: libero/fisso movimento centrale oleato-guarnitura a 51 denti con logo Lygie
Campanello “Giro d’Italia” (obbligatorio nel 1926 per quella corsa)
Manubrio denominato “igienico” rivestito in bachelite
Parafanghi corsa smontabili
Sella Lygie
Pompa rapida da corsa
















