IX settimana della cultura di Impresa

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16 Novembre 2010
















Lunga vita alla scrittura. Nella Settimana della Cultura d’Impresa un incontro al Museo Nicolis di Villafranca celebra il piacere intramontabile della scrittura.



La storia, gli strumenti, le interpretazioni, i rituali in compagnia degli esperti del settore. L’incontro in collaborazione con il Gruppo Aurora, la prima stilografica italiana.



La domanda è questa: è verosimile, in un mondo di messaggini, sigle, e mail, telefonini, parlare della “scrittura”, di quell’esercizio del cuore e della mente che dà sintesi e corpo ai pensieri e alle sensazioni e li trasforma in segni, parole, racconti, lettere?



Nella accezione più epica e romantica, la scrittura ha regalato al mondo i capolavori di tante penne famose ma, in realtà, entra come gesto consueto, normale, quotidiano, nella vita di tutti noi.



La risposta che sembra arrivare dal mercato è “certamente si”, e se la rivoluzione informatica è inarrestabile e sta mutando in modo radicale le nostre abitudini, il piacere della scrittura, con i suoi rituali e i suoi strumenti sembra destinato a lunga vita. Se ne è parlato giovedì 18 novembre al Museo Nicolis di Villafranca con esperti, uomini di cultura, grafologi.



Nell’incontro, in collaborazione con il Gruppo Aurora, il marchio che ha firmato la prima penna stilografica italiana, si sono ripercorse le tappe fondamentali della storia della scrittura, ricordando “grandi firme” e momenti istituzionali importanti.



Non casuale la scelta di questo tema, che il direttore del Museo Silvia Nicolisha proposto per celebrare degnamente la IX Settimana della Cultura d’Impresa, l’appuntamento che Confindustriae Museimpresa promuovono ogni anno per ricordare alle istituzioni, alla business community, alla opinione pubblica, lo straordinario patrimonio di cultura di cui le imprese italiane sono depositarie e che va tutelato e preservato.



Il Nicolis, Museo-Impresa emblematico che ha fatto della cultura il “prodotto” da proporre al mercato, ospita, fra le sette collezioni di pezzi unici, anche una straordinaria raccolta di macchine per scrivere e strumenti di scrittura.



I primi tentativi di costruire strumenti che consentissero la scrittura meccanica ai non vedenti risalgono al 1700, ma la prima macchina per scrivere costruita artigianalmente (denominata “cembalo scrivano“) fu brevettata nel 1855 dall’italiano Giuseppe Ravizza, mentre la produzione industriale iniziò intorno al 1874 negli USA, presso la Remington.



Al Museo sono esposti circa 100 modelli che a partire dalla seconda metà dell’800 fino ai giorni nostri delineano la storia e l’evoluzione di questa straordinaria invenzione. Fra questi una Remington del 1897 che riporta proprio la firma “Cesare Verona - Torino”, l’allora importatore per l’Italia.



Ma non si può parlare di scrittura senza ricordare anche gli altri strumenti che le hanno dato vita e celebrato le capacità fascinatorie. Per questo, a fianco del Museo Nicolis troviamo il Gruppo Aurora, il marchio che ha aperto il mercato delle stilografiche nel nostro Paese e che per intere generazioni è stato ed è il simbolo del prestigio italiano negli strumenti di scrittura.



Con Cesare Verona, ai vertici dell’azienda italiana e Vice Presidente dell’Associazione Aurea Signa, si sono ripercorse le tappe che hanno caratterizzato l’evoluzione degli strumenti di scrittura, delle abitudini e delle passioni dei consumatori.



Marisa Paschero, psicologa della scrittura, ci ha aiutati invece a interpretare il senso profondo dei suoi segni e dei suoi “codici”, evidenziando i tratti distintivi del carattere e della personalità che proprio la scrittura aiuta a capire.



Il dibattito, aperto al pubblico, è stato moderato da Donatello Bellomo, affermato scrittore e giornalista veronese che della scrittura ha fatto la sua professione e, di fatto, il senso stesso della sua vita.



A completare l’incontro dibattito una Mostra con alcuni dei pezzi più rari e prestigiosi delle collezioni Aurora e Nicolis.



Le parole tramandate La collezione di macchine per scrivere del Museo Nicolis: oltre 100 esemplari dall’800 ai giorni nostri Una delle 7 collezioni ospitate dal Museo Nicolis di Villafranca è dedicata alle macchine per scrivere e delinea, attraverso modelli inediti e preziosi, la storia e l’evoluzione di questa grande invenzione che ha contribuito in modo insostituibile alla diffusione della cultura.



Alcune immagini che storia e letteratura ci hanno tramandato ritraggono scrittori celebri al lavoro davanti alla loro macchina per scrivere e come dimenticare, in tempi più recenti, le immagini simbolo del giornalismo internazionale, impegnato a catturare le notizie da tutto il mondo con il solo aiuto di una piccola portatile!



I primi tentativi di costruire strumenti che consentissero la scrittura meccanica ai non vedenti risalgono al 1700 ma la prima macchina per scrivere costruita artigianalmente (denominata “ cembalo scrivano”) fu brevettata nel 1855 dall’italiano Giuseppe Ravizza.



La produzione industriale iniziò nel 1874 negli Stati Uniti da parte della Remington su brevetto Sholes. Fra i pezzi più rari e preziosi del Museo (i 100 modelli esposti coprono un arco temporale che va dalla metà dell’800 sino ai giorni nostri) i visitatori potranno ammirare la Franklin tipo 8 del 1898, unica nel suo genere per la caratteristica tastiera circolare; la Mignon n.2 del 1905, con il particolare sistema di scrittura “ad indice”; la Lambert tipo 1 del 1902, la cui originalissima tastiera è costituita da un unico elemento; la Hammond n.1 del 1880, una delle più interessanti macchine per scrivere della storia con i tasti completamente realizzati in ebano e disposti in una tipica tastiera “ideal” su due file semicircolari; la Hall del 1881 a pantografo, custodita in una cassetta in noce con chiusura a chiave; la Hammond n.2 del 1893 con il tipo design con “battuta posteriore”.



Rarissime la Blickensderfer n.8 del 1908 con tabulatore e la Keaton Tapewriter per la scrittura degli spartiti musicali. E i più attenti scopriranno nella collezione Nicolis qualcosa di veramente sorprendente: sulle tastiere di alcune macchine per scrivere di fine ‘800 e di inizio secolo appare già il tasto con la “mitica chiocciolina” dei tempi moderni.



Il segno emblematico dell’era digitale che consente la comunicazione in tempo reale con la posta elettronica, era già un segno distintivo degli strumenti di scrittura dei nostri antenati! Nei caratteri tipografici del secolo scorso, la @ assumeva il significato di at a price of, al prezzo di. Un simbolo squisitamente commerciale.



Al Nicolis OGNI PEZZO RISERVA UNA SORPRESA!