Olivetti, 1911, M1

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Le Macchine per Scrivere
Marca: Olivetti
Anno di produzione: 1911
Modello: M1
Nazione: Italia
Nome: Olivetti

Olivetti, 1911, M1

Olivetti, 1911, M1, Italia


La M1 segna l’inizio della storia Olivetti: è la prima macchina per scrivere prodotta industrialmente in Italia e porta la firma del suo fondatore, Camillo Olivetti. Presentata al pubblico in occasione dell’Esposizione Internazionale di Torino del 1911, ottiene subito un successo significativo, tanto che nello stesso anno il Ministero della Marina ne commissiona cento esemplari, la prima grande fornitura nella storia dell’azienda.
A prima vista può ricordare i modelli americani della Underwood, ma la M1 introduce soluzioni tecniche innovative e brevetti che la rendono unica e ne sanciscono il ruolo di capostipite dell’intera produzione Olivetti. Il progetto matura anche grazie alle esperienze dirette di Camillo Olivetti negli Stati Uniti: tra il 1893 e il 1894 visita laboratori e aziende leader nel settore, tra cui Remington, osservando da vicino l’evoluzione delle macchine per scrivere; nel 1908 torna oltreoceano per approfondire i moderni metodi di produzione industriale, intenzionato a portarli in Italia.
La M1 non è solo una macchina per scrivere: rappresenta l’atto di nascita di una visione industriale destinata a lasciare un segno nella storia del design, della tecnologia e della cultura del lavoro.


IL DEBUTTO DELLA M1 - La Olivetti M1, prima macchina per scrivere prodotta dalla “prima fabbrica nazionale”, viene inizialmente accolta dal pubblico con curiosità, ma incontra difficoltà a imporsi sul mercato. In un’epoca in cui la macchina per scrivere è vista come un prodotto ad alta tecnologia e i marchi più affidabili provengono dall’America o dalla Germania, è naturale che una giovane azienda italiana fatichi a conquistare la fiducia dei potenziali clienti.
La svolta arriva nel 1912, quando l’Olivetti si aggiudica, battendo la concorrenza della Remington, la fornitura di 100 macchine per scrivere al Ministero della Regia Marina. Nonostante il prezzo della M1 – 550 lire – superi quello della concorrente americana (450 lire), il meccanismo di scrittura ideato da Camillo Olivetti, più fluido e docile, giustifica il costo maggiore agli occhi dei professionisti e delle amministrazioni pubbliche.
L’eleganza sobria della M1 contribuisce ulteriormente alla sua reputazione: Camillo Olivetti sottolinea che “l’estetica della macchina è stata particolarmente curata. Una macchina per scrivere non deve essere un gingillo da salotto, con ornati di gusto discutibile, ma avere un aspetto serio ed elegante nello stesso tempo”. Il successo iniziale con la Regia Marina e la fornitura di macchine alla Casa Reale aprono alla Olivetti le porte di altre amministrazioni pubbliche, così come di imprese e enti privati, consolidando gradualmente la fiducia nel marchio e contribuendo a fare della M1 un simbolo di affidabilità e qualità italiana nel settore delle macchine per scrivere.


LE SOLUZIONI TECNICHE - La M1 introduce una serie di soluzioni tecniche destinate a diventare caratteristiche distintive della produzione Olivetti negli anni a seguire:
-Il nastro inchiostrato, ad esempio, non richiede più l’intervento manuale per essere invertito: alle sue estremità è applicato un piccolo occhiello che, agganciandosi a una leva, attiva automaticamente il meccanismo di inversione del trascinamento.
-Il selettore del colore del nastro è collocato sulla parte anteriore della macchina, in una posizione pratica e immediata da raggiungere, mentre il sistema di regolazione dei margini si distingue per un’idea ingegnosa: una volta raggiunto il limite impostato, una leva con una piccola spina di gomma scatta in avanti e blocca la scrittura, evitando errori di battuta.


Prodotta in circa seimila esemplari tra il 1911 e il 1920, la M1 rappresenta non solo un traguardo industriale ma anche un successo comunicativo. Il suo lancio pubblicitario fu affidato a un manifesto firmato da Teodoro Wolf Ferrari, in cui la macchina per scrivere campeggia in primo piano sotto lo sguardo severo di Dante Alighieri, ritratto mentre la indica con decisione: un’immagine potente che unisce la modernità della tecnologia alla tradizione della cultura italiana.