Bimota, 1978, KB1
Bimota "KB1", 1978, Italia
Presentata al Salone di Milano nel 1978 e progettata da Massimo Tamburini, la Bimota KB1 rappresenta uno dei modelli più iconici della giovane azienda riminese, fondata da Bianchi, Morri e Tamburini. Prodotta in 827 esemplari, venne commercializzata quasi interamente in kit, come era consuetudine per Bimota nei primi anni: solo 16 motociclette furono vendute complete, assemblate direttamente dalla Casa. La KB1 impiegava motori Kawasaki, secondo la filosofia Bimota dell’epoca: creare telai estremamente raffinati e leggeri, capaci di valorizzare e migliorare le prestazioni dei propulsori giapponesi. Il telaio tubolare, frutto dell’esperienza diretta di Tamburini, era progettato per garantire rigidità elevata e al tempo stesso facilità di accesso al motore, rendendo più agevoli gli interventi di manutenzione e messa a punto.
Ad eccezione di pochi casi, la denominazione dei modelli Bimota ha sempre seguito lo schema costituito da due lettere ed un numero: la prima lettera è l'iniziale del produttore del motore: H per Honda, K per Kawasaki, S per Suzuki, Y per Yamaha, D per Ducati, G per Gilera (quest'ultima unicamente per moto da corsa); la seconda lettera è la B di Bimota; il numero rappresenta la progressione di modello con motore fornito dal medesimo costruttore: ad esempio SB3 indica la terza Bimota equipaggiata con propulsore Suzuki; YB11 sarà invece l'undicesima Bimota dotata di motore Yamaha.
La KB1 rimane oggi una delle creazioni più rappresentative del talento di Tamburini e della filosofia costruttiva Bimota, sintesi di artigianalità, innovazione e pura passione motociclistica.
NOTE TECNICHE:
Colore bianco e rosso
Alimentazione 4 carburatori Mikuni
Raffreddamento ad aria
Frizione a dischi multipli in bagno d’olio
Pedane, manubrio, piastre e forcella in avional
























