La storia

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Non è un Museo tradizionale è, piuttosto, uno spettacolare e modernissimo contenitore di cultura e di idee. Si chiama “Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica“, inaugurato nel 2000 è a Villafranca di Verona, lo ha creato Luciano Nicolis, imprenditore veronese fondatore del Gruppo Lamacart,  che ha fatto confluire in questa opera la sua grande passione per la tecnica e la meccanica.

E’ uno dei più prestigiosi musei privati al mondo. Aperto a varie forme di innovazione e sperimentazione, è vivace promotore di cultura e punto di attrazione per l’intero territorio. Gestito con criteri manageriali, è riconosciuto come esempio efficace e concreto di Museo–Impresa, cioè di istituzione culturale non convenzionale che promuove conoscenza e innovazione senza perdere di vista obiettivi di crescita e sviluppo.

Il museo racconta, attraverso centinaia di automobili, motociclette e biciclette, l’evoluzione dei mezzi di trasporto degli ultimi due secoli. Ma c’è molto di più in questo Museo-non-Museo: macchine fotografiche e per scrivere, strumenti musicali, oggetti introvabili.

I “numeri” delle 10 collezioni sono importanti: 202 auto d’epoca, 114 biciclette, 104 motociclette, 500 macchine fotografiche, cineprese e cinematografiche, 100 strumenti musicali e jukebox, 102 macchine per scrivere, piccoli velivoli e strumenti e combinazioni di volo, una rara collezione di 106 volanti di Formula 1 e volanti da turismo, gran turismo e sport, un’area militare con cimeli della Prima e Seconda Guerra Mondiale, modellini di automobili, motociclette e treni, una sezione dedicata ai motori di motociclette, automobili e aerei e centinaia di opere dell’ingegno umano sono esposti secondo percorsi storici e stilistici.
All’area espositiva si affiancano il Centro Congressi, lo Spazio delle Idee, le attività Turistiche, le attività Didattiche e un Bookshop fra i più forniti sul mondo dei motori.
Non è un caso che il Museo Nicolis rappresenti un “unicum” nel suo genere e venga indicato come emblematico della moderna cultura d’impresa.

I Nicolis, infatti, sono da oltre 80 anni imprenditori nel recupero di materie prime e secondarie, l’inizio risale al 1934 quando Francesco, padre di Luciano Nicolis, sensibile a ogni forma di risparmio e dotato di acuta intelligenza, decide di raccogliere ciò che gli altri gettano via: la carta da macero. Con l’aiuto dei figli, l’attività si espande velocemente e in pochi anni, Luciano riesce a dare un ulteriore slancio trasformando l’azienda in un gruppo leader in Europa per il recupero della carta da macero e un sicuro punto di riferimento nel settore dei servizi ambientali internazionali.

Concetti quali raccolta e riutilizzo, che hanno guidato la crescita dell’impresa cartaria, sono gli stessi che hanno alimentato la passione per il collezionismo di Luciano Nicolis, consentendogli di vedere dei “gioielli” dove altri vedevano solo rottami e aiutandolo nella instancabile opera di ricerca che lo ha portato a scovare in tutto il mondo auto d’epoca, a recuperarle, restaurarle e riportarle all’antico splendore. Una passione che ha restituito alla storia dell’automobile un patrimonio altrimenti perduto.

Ne hanno innumerevoli testimonianze i visitatori del Museo che possono ammirare, fra gli altri, la “Motrice Pia”, il primo motore a benzina brevettato dal veronese Enrico Bernardi nel 1882, la Isotta Fraschini del 1929 (Viale del Tramonto, lo Zar Alessandro, Rodolfo Valentino, Isadora Duncan…), la Lancia Astura 1000 Miglia, unica al mondo, costruita appositamente per Luigi Villoresi, e le centinaia di moto, biciclette, strumenti musicali e fotografici, macchine per scrivere e oggetti inediti che raccontano la storia dell’uomo e della società degli ultimi due Secoli.

Il talento del suo fondatore spiega solo in parte il successo che il Nicolis ha registrato negli anni; alla base della sua affermazione c’è infatti la gestione imprenditoriale della struttura – affidata da sempre a Silvia Nicolis, presidente del Museo e figlia di Luciano – che dopo aver acquisito le sue competenze nell’azienda di famiglia, ha trasferito questo know-how in modo strategico anche nell’attività museale, puntando sulla promozione della cultura e sulla valorizzazione del territorio senza dimenticare la propria vocazione imprenditoriale.
Da qui, una gestione dinamica e proattiva affidata a un team ristretto di collaboratori di alta professionalità, al dialogo costante con le istituzioni e il territorio, alle relazioni con le imprese, alla collaborazione creativa con i media e il mondo della comunicazione.

Un’impresa volta a valorizzare la cultura nella interpretazione più attuale e appassionante di “heritage”, cioè di quei valori e di quella eredità culturale che racconta – anche attraverso gli oggetti – la storia delle persone, del lavoro, delle relazioni, del territorio, della società che le generazioni del passato hanno creato per quelle del futuro.
Per questo il Museo Nicolis racconta la vita di un uomo, Luciano Nicolis che si è distinto per la sua intraprendenza lavorativa e per il suo grande amore per le auto d’epoca, racconta la storia del nostro Paese, della sua industria e di tutte quelle persone che si sono adoperate per il suo sviluppo.

La struttura

Il progetto dell’edificio che ospita la collezione Nicolis prevedeva di realizzare una struttura architettonica a piani liberi: i locali interni possono articolarsi liberamente adeguandosi alle esigenze funzionali dell’esposizione museale. Le grandi facciate in vetro consentono alla luce di entrare a piacere negli spazi interni di questo moderno fabbricato.

L’articolazione dell’edificio ed il suo orientamento consentono un continuo cambio di prospettiva durante l’avvicinamento e la possibilità di viste frontali delle facciate da diversi punti di osservazione. Una delle più significative caratterizzazioni dell’impatto visivo è data inoltre da una grande galleria coperta che segna centralmente l’accesso pedonale al Museo. Un’architettura fresca, leggera per custodire le meraviglie della storia dell’auto.