Sociale, La Cura Sono Io.

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Sociale, La Cura Sono Io.

“Felice ed onorata di indossare il copricapo – La cura Sono io – per la lotta al cancro promossa dall’amica giornalista Maria Teresa Ferrari” dice Silvia Nicolis, presidente del Museo che, sposa e promuove l’iniziativa indossando il copricapo che ne è diventato il simbolo. Un accessorio moda, colorato e grintoso, creato ad arte per vestire con eleganza le donne colpite dalla malattia e non solo.

L’associazione – La cura sono io -, fondata fa “Terry”, nasce per aiutare le donne malate di cancro nel loro percorso di lotta contro la malattia.
A Maria Teresa Ferrari è stato assegnato il Premio Victoria, nell’ambito del festival “Il tempo delle donne” del Corriere della Sera, per aver saputo trasformare la sua vita non solo per se stessa ma anche per il sociale. Insieme a lei è stata premiata l’attrice Maria Grazia Cucinotta per il suo impegno nel volontariato.

La cura sono io
Un progetto che mette in luce l’arte di vivere

Il progetto nasce dall’esperienza personale di Maria Teresa Ferrari, che a 51 anni scopre un cancro al seno, viene operata ed è tuttora in cura.
Un cammino che la porta a trovare dentro di sé risorse insospettate, ma soprattutto ad imparare le grandi e piccole cose quotidiane per stare meglio, riscoprendo femminilità e bellezza.
Maria Teresa ha lasciato parlare il cuore perché il cuore è saggio e sa dove è necessario andare. È risaputo che l’amore per la vita rinforza il sistema immunitario ed è indispensabile alla sopravvivenza.

L’amore abita il cuore ed il cuore non si ammala mai di cancro. L’energia vitale lo rende immune.

La sua energia è talmente coinvolgente, anche durante la malattia, che diventa un punto di riferimento per le donne che frequentano il reparto di oncologia e per i moltissimi contatti che si generano tramite la pagina facebook sulla quale tiene un diario in cui racconta la sua vita con e contro il cancro.

Per vivere bene occorre ripartire da se stessi, e proprio nel letto di ospedale, in attesa dell’intervento, Maria Teresa Ferrari ha pensato che per curare il suo cancro occorreva partire dalla testa, illuminandola con pensieri nuovi, positivi, luminosi. Giurò a se stessa che il cancro non le avrebbe mai rubato il sorriso. In quel preciso istante ha capito che la soluzione sarebbe stata diventare lei stessa artefice della sua guarigione. Da qui è nata “La cura sono io”, la cura, dentro e fuori.

Il trentennale lavoro svolto nel campo dell’arte e della comunicazione e le nuove risorse, hanno dato vita non solo al nuovo approccio battezzato per l’appunto “la cura sono io”, ma anche alla linea di copricapi, i “Cappelli da arte” che vestono con nuove idee tutte le donne (non solo quelle colpite dalla malattia) e sostengono l’associazione.

Fonte http://lacurasonoio.com/it/chi-siamo/la-cura-sono-io/