Bianchi, 1909, tipo C 20-30 HP

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Veicolo
Marca: Bianchi
Modello: 20-30 HP
N. Cilindri / Cilindrata: 4/4396 cc
Velocità: 90 km/h
Lunghezza: 420 cm
Larghezza: 163 cm
Altezza: 238 cm
Anno: 1909

Bianchi, 1909, tipo C 20-30 HP

Bianchi "tipo C 20-30 HP", 1909


Nato a Milano nel 1865, Edoardo Bianchi fondò a soli 20 anni, nel 1885, l’azienda che ancora oggi porta il suo nome.

Alla iniziale produzione di carrozzelle per malati, strumenti di precisione e soprattutto, biciclette (fu il primo in Italia ad adottare le “gomme pneumatiche”), Bianchi affiancò alla fine del XIX secolo anche la produzione di automobili, utilizzando motori De Dion. Negli anni successivi l’azienda avviò anche la produzione di motociclette e autocarri.

Nel 1955, la Casa entrò in compartecipazione con Fiat e Pirelli, dando origine al marchio Autobianchi.

Su questo modello fu adottato per la prima volta un impianto elettrico per l’illuminazione interna alimentato da una batteria costituita di vasetti in vetro colmi di acqua distillata e acido solforico.

Da segnalare i fanali originali a carburo, l’avviamento a manovella, il posto di guida per l’autista separato dall’abitacolo per i passeggeri; la parte superiore può essere smontata per trasformare la vettura in torpedo.

Luciano Nicolis raccontava: "Questa è un auto Bianchi che ho comperato parecchi anni fa quando non c'era la moda della auto d'epoca. Mi dissero che era appartenuta ai Conti Lada di Cremona, si trovava sotto il portico e tutti credevano che fosse una vecchia carrozza, invece si trattava di una macchina da signori. Durante la guerra '15- '18 tutte le macchine venivano requisite, credo che allora avessero staccato il motore e la parte anteriore per poi abbandonarla sul granaio. La cabina era stata nascosta dietro altre carrozze, in modo che nessuno se ne potesse accorgere. Dicevano fosse fuori uso, avevano persino rotto il cambio che è staccato dal motore e dato una martellata per dimostrare che non poteva funzionare. Forse, finita la guerra l'hanno tirata fuori, ma ormai era una macchina passata di moda, ed è stata abbandonata come una cosa vecchia. Anche perchè poi costruirono le auto moderne, quelle col motorino di avviamento.  Questa Bianchi, aveva una carrozzeria di lusso, d'estate si poteva infatti togliere la capote e agganciarne una di tela torpedo, le portiere erano come quelle dei treni con le tendine ed i vetri in cristallo molato. Inoltre, nell'abitacolo, c'era anche l'avvisatore acustico per l'autista che prendeva tutti gli ordini dai passeggeri."

"Già nel 1909 aveva la batteria per l'illuminazione interna, una grande novità. Gli Accumulatori Torino creavano l'illuminazione interna. Il carburo poteva infatti creare odore all'interno, mentre con questa corrente, con questi vasetti di vetro, si otteneva un'illuminazione interna. Anche questa innovazione era espressione di una grande tecnologia, di una grande modernità.

Il motore aveva già l'aspirazione dal tubo di scarico, si aspirava dal collettore di scarico l'aria calda: cioè si faceva già quello che si fa oggi.
(Spiegazione: le turbo o biturbo di oggi hanno delle chiocciole che trasportano l’aria secca dello scarico alla miscela del carburatore ottendendo maggiore scoppio)
Tutti questi tubicini sono i distributori dell'olio, la pompa dell'olio, che è qui davanti, mandava gocce di olio in tutti i punti più vitali della macchina.

Vicino al piantone del volante è inoltre disposta una pompa per pompare la Benzina prima di partire. Quando il motore è in funzione questa pompa recupera vapore (che si forma tramite una strettoia del tubo di scarico) dalla boccia del tubo di scarico tramite un pulsometro; in tal modo si crea pressione nel serbatoio della benzina e di conseguenza arriva la benzina la carburatore; all’interno del pulsometro si trova una rete in ottone che serve per evitare che qualche carboncino entri nel serbatoio della benzina e provochi degli scoppi (come “ridolini”) per poi prendere fuoco."


Al Museo Nicolis vi è una ricca esposizione del marchio Bianchi nelle sezioni biciclette, motociclette ed automobili.

  • FANALI a CARBURO (ancora i suoi originali).

  • MANIGLIE interne delle porte in OSSO.

  • VETRI in cristallo molato che scendono verso il basso come nelle carrozze.

  • TENDINE a rullo, tipiche dell'epoca.

  • INTERNI in pelle.

  • CORNETTA INTERNA ad aria, per comunicare con l'autista.

  • Sedute posteriori VIS-A-VIS (come nelle carrozze).

  • Presenta molti particolari NICHELATI. La nichelatura si applicavano sulle parti che si usuravano di più. In Europa non era ancora diffusa la nichelatura. E' possibile che i "pezzi" siano stati nichelati negli Stati Uniti. Questo viaggio andata/ritorno all’epoca poteva durare anche 6 mesi. Allestire un’auto come questa impegnava molto tempo e tanto denaro.

  • BATTERIA con DOPPIO ACCUMULATORE di gas di carburo, di cui uno di riserva (lato destro dell’autista).

  • RISCALDAMENTO: SCALDAPIEDI che veniva riempito di acqua bollente e sistemato nella cabina dei signori, quando l’acqua si raffreddava veniva scambiata con l’acqua del radiatore.

  • Sul volante sono posizionati l’ANTICIPO manuale per il magnete e l’ACCELERATORE A MANO.

  • Sul cruscotto troviamo il DISTRIBUTORE DI OLIO a manovella, dispone di tante "cannette" ognuna delle quali finisce in una zona specifica del motore. Prima di partire il conducente deve girare una piccola manovella per distribuire l’olio; una volta messo in moto gira automaticamente.

  • Sul tetto della Bianchi trova sistemazione il portapacchi con la “GOMMA DI SCORTA”, ancora non era stata ideata la “ruota di scorta”. (Le gomme erano a tallone e si infilavano nel cerchio).


 

  • 1994, Concorso “Firenze Automobili d’Antiquariato”, 1° Premio Veteran.

  • 1995, Partecipa al Centenario “Torino-Asti-Torino”.

  • 1995, Partecipa alla “Salita delle Torricelle” a Verona.